Masaya Nakamura e la leggendaria Namco

Notizia di questi giorni, è quella della scomparsa di Masaya Nakamura, storico fondatore della Namco, all'età di 91 anni.

Citato da come il "Papà di Pac-Man", Nakamura è stato come Yamauchi, un pioniere dell'intrattenimento videoludico degli anni 70 e 80.

Ripercorriamo insieme le tappe più importanti della storica società giapponese.


Nato il 24 Dicembre 1925, a Yokohama, Giappone, durante il percorso di studi di "costruzioni navali" all'unversità della sua stessa città, nel 1948, intraprese la carriera di creatore di piccole giostre per bambini, fondando la Nakamura Manufacturing.

Il Giappone era in piena crisi economica, post seconda guerra mondiale, e Nakamura ebbe l'idea e il permesso, di piazzare una delle proprie giostre meccaniche per bambini, sul tetto di uno dei centri commerciali della città.
L'idea riscosse molto successo, tanto che il proprietario del centro commerciale della catena Mitsukoshi, chise a Nakamura di realizzare altre giostre e di piazzarle in tutti i suoi centri commerciali sparsi per il Giappone.

Pochi anni dopo, nel 1955, rinomina la società, in quella che di li a poco sarebbe diventata Namco, Nakamura Amusement Machine Manufacturing Company.

L'attività principale della società, rimane sempre quella di realizzazione di piccole giostre per negozi ed esercizi pubblici in genere, fino al 1977, quando Nakamura decide di espandere il business della società, anche ai videogiochi da sala.

Nascono così nei due anni successivi, Gee Bee e Galaxian, con quest'ultimo che divenne una vera e propria rivoluzione nell'industria videoludica dell'epoca, essendo il primo videogame a fare uso di colori RGB.

Iwatani ebbe l'idea per Pac-Man
dalla forma di una pizza tagliata,
mentre il nome da "Pac-Pac", l'atto di
mangiare secondo i giapponesi. 
Ma solo nel 1980, la Namco entra nell'immaginario collettivo dei giocatori lasciando anche un segno indelebile nella cultura pop di ieri e di oggi con Pac-Man, partorito dalla mente del game designer Toru Iwatani.

Cavalcando l'onda di successi ottenuti con i loro primi titoli, vedono la luce anche il sequel di Galaxian, Galaga, e altri titoli destinati a lasciare un segno indelebile, in quella che fu definita "l'epoca d'oro" dei videogiochi, come Dig-Dug, Xevious e Pole Position, tutti del 1982.

Nel frattempo, espandono il business dalle sale giochi alle console portatili e domestiche, pubblicando vari titoli in esclusiva come Battle City, e porting dei loro giochi più famosi, sotto il marchio Namcot.

Cercando anche di sfondare nel mercato videoludico di oltre oceano, ed approfittando della crisi videoludica del 1983, la Namco riesce a battere a tavolino la SEGA, acquistando la Atari e garantendosi così, una buona presenza anche nel mercato videoludico domestico e non, americano.

Nel 1987, si aggiudica il primato di prima società ad aver realizzato un multi cabinato arcade e multi giocatore, realizzando il diretto successore di Pole Position, Final Lap.

Grazie ad un accordo speciale, stipulato con Nintendo nel 1989, la Namco si garantì la facoltà di realizzare internamente le proprie cartucce per il NES, garantendosi un 40% delle entrate economiche dalla vendita di titoli per la sola console.
La cosa però durò poco, in quanto Nintendo revocò questa facoltà al rinnovamento della licenza, e portò Nakamura a criticare negativamente e pubblicamente Nintendo, accusandola di voler monopolizzare il mercato videoludico dell'epoca.
Fu così che Namco decise che avrebbe sviluppato titoli anche per la rivale storica di Nintendo, la SEGA e la sua console a 16-Bit, Mega Drive.

Poco dopo, tentò anche di subentrare nel mercato con una propria console, in collaborazione con NEC, ma il tutto sfumò in favore della Hudson Soft, che fece numerose pressioni su NEC per aggiudicarsene la completa e unica collaborazione, che portò alla nascita del PC-Engine.

A cavallo dei primi anni 90, riscossero altri buoni successi con titoli Ridge Racer e Tekken, ed anch'essi entrarono di prepotenza nell'immaginario collettivo dei giocatori, diventando anche titoli di lancio della console più gettonata del periodo, la Playstation, garantendo alla Namco ancora buona fama e successo.


Non per motivi economici o di crisi, ma nel settembre del 2005, la Namco dedice di fondersi con la Bandai, dando vita così alla holding Bandai Namco Games, i motivi ancora oggi non sono del tutto chiari.
Dalla fusione, Nakamura mantenne una posizione onoraria all'interno dell'organico aziendale, ma senza ricoprire direttamente e ufficialmente ruoli direttivi.

Nakamura si vede premiato come cavaliere del lavoro, con la onoreficenza dell'ordine del sole nascente, per i contributi dati all'industria giapponese con i suoi sforzi.

La storia di Nakamura si conclude il 30 gennaio 2017, con l'annuncio da parte della Bandai Namco Games, dell'avvenuta morte.

Da tutti verrà ricordato come "il papà di Pac-Man", non per aver inventato il personaggio dell'omonimo gioco, ma come complimento alla sua visione illuminata del mondo videoludico del tempo.

2 commenti :

Marco Grande Arbitro ha detto...

Scopro la notizia da te... ti ringrazio...
E grazie di tutto Masaya Nakamura!

Pix3l ha detto...

Io lessi due righe il giorno stesso su una news...
Vergognoso comunque che non ci sia documentazione esaustiva su quest'uomo, mentre su altri che hanno fatto mediamente molto meno per la storia del videogioco, si sappiano anche il numero di capelli sulla testa...

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